Nel mio secondo anno come residente, ho ricevuto una delle licenze estratte a sorte per cacciare da solo e per la prima volta il bue muschiato. Si trattava di una licenza invernale che mi dava il diritto di sparare a tre animali di mia scelta. Tuttavia, la stagione dura solo poche settimane nel periodo più freddo e buio dell’anno, con temperature vicine ai -40°C. Per fortuna, quell’anno le condizioni meteo mi permisero di andare a caccia. Dopo un lungo viaggio in motoslitta attraverso un percorso di oltre 175 km tra la natura selvaggia, io e il mio collega arrivammo a un ostello, il nostro campo base per la caccia. Quando entrammo nell’ostello, ci trovammo davanti a un’alta catasta di abbigliamento outdoor, guanti e grandi stivali invernali. L’aria era densa, con un forte odore di sudore, gas di scarico delle motoslitte e, non meno importante, di bue muschiato. Chiaramente, alcuni degli altri cacciatori avevano già avuto successo. La mattina seguente iniziammo la giornata con grandi aspettative. Poiché la temperatura era scesa sotto i -20°C, anche la maniglia interna della porta era congelata quando uscimmo per iniziare a guidare nell’oscurità.
Già dalle nostre motoslitte, avvistammo diversi gruppi di buoi muschiati nel terreno sopra di noi. Ce n’erano molti in giro, ma la maggior parte era troppo lontana per un’escursione di un giorno come la nostra. Dopo un po’ avvistammo una mandria di buoi che avanzava poco distante da noi. Lasciammo le motoslitte e partimmo a piedi.
Quando ci avvicinammo alla mandria, gli animali si riunirono su una piccola collina. Ci avevano visto chiaramente, ma si fidarono del loro istinto e rimasero uniti ad affrontare il nemico. Ci appostammo ad una distanza di 100 metri. Non era però facile eseguire un tiro preciso su uno degli animali. Ogni volta che uno di loro si metteva di traverso, un altro gli si metteva dietro. Alla fine, uno si ritrovò libero dagli altri e non mi lasciai sfuggire l’occasione. Il bue cadde in ginocchio e anche il mio collega ebbe la possibilità di sparare un colpo sicuro prima che la mandria si dividesse. Due grandi animali scuri giacevano dietro di loro nel freddo e bianco deserto. Non c’era molto tempo per godere della felice esperienza: la luce del giorno stava svanendo. Iniziammo così a scuoiare e squartare immediatamente i grandi animali sul campo: un lavoro particolarmente duro per noi. Dopo aver preparato le motoslitte, caricammo la carne sul fondo e le pelli sopra per proteggerla, poi iniziammo il lungo viaggio di ritorno. La neve e le cattive condizioni meteorologiche sulla costa resero difficile il viaggio con le pesanti slitte. Dovemmo dunque alleggerire il carico diverse volte per salire le colline ripide. Quando arrivammo finalmente a casa, ogni muscolo del nostro corpo doleva. Devo ammettere che cacciare il bue muschiato fu un’esperienza diversa da quella che avevo immaginato. Fu una battaglia costante contro il freddo e le giornate corte, con pochissimo tempo per fermarsi e godersi i bei paesaggi, o apprezzare l’esperienza della caccia. Ma nonostante tutto ciò, il viaggio e il mio primo incontro con questi animali artici preistorici che avevo tanto sognato, furono indimenticabili.
Note sull’autore
Malte Nyholt
Malte Nyholt è un autore danese e un appassionato di outdoor. Ha sempre avuto un grande interesse per la natura e ha trascorso gran parte della sua infanzia a osservare uccelli e fauna selvatica. Ha iniziato a cacciare all’età di 16 anni ed è stato a caccia in buona parte dell’Europa del nord così come in Sud Africa e Nuova Zelanda. Ha vissuto per quattro anni in Groenlandia per seguire il suo sogno di cacciare nel nord. Malte lavora come insegnante e da oltre sei anni condivide la sua passione per l’outdoor attraverso il suo progetto Nordica Outdoors. @nordicaoutdoors.