Nella nostra intervista, Kartiki Gonsalves, regista del documentario “Raghu il piccolo elefante”, ci parla di cosa l’ha spinta a diventare regista, del suo protagonista “Raghu” e di come i documentari sulla fauna selvatica possano contribuire alla conservazione della natura.
DIETRO LE QUINTE DEL DOCUMENTARIO SULLA FAUNA SELVATICA
KARTIKI, QUANDO HA CAPITO CHE VOLEVA DIVENTARE REGISTA DI DOCUMENTARI SULLA FAUNA SELVATICA?
Ho sempre amato osservare la natura che mi circonda. Sono stata avvicinata alla natura prima di poter parlare. I miei genitori mettevano me e mia sorella negli zaini e partivamo alla scoperta del mondo naturale. Mia madre era particolarmente interessata agli animali, mio padre era un fotografo e mia nonna era una naturalista dilettante che guidava i bambini delle scuole nelle riserve naturali locali. Ho dunque potuto raccogliere molte informazioni sia sulla natura che su come fotografarla.
(foto: Netflix, fotogramma tratto da “Raghu il piccolo elefante”)
DIETRO LE QUINTE DEL DOCUMENTARIO SULLA FAUNA SELVATICA
COSA È NECESSARIO PER PROGETTARE UN DOCUMENTARIO SULLA FAUNA SELVATICA?
Ci sono innumerevoli cosa da fare: ottenere i permessi di ripresa, verificare qual è il momento migliore per filmare una determinata specie, preparare l’attrezzatura giusta per il terreno e tanto altro ancora. Bisogna inoltre considerare aspetti come ad esempio: “è necessaria un’attrezzatura più leggera per agire più rapidamente quando si riprendono animali che si muovono velocemente?” oppure “cosa serve quando si lavora con animali quasi statici e che si muovono lentamente?”. Tuttavia, la cosa più importante è imparare a conoscere il soggetto.
Il modo migliore per farlo è rimanere perfettamente immobili per ore e osservare gli animali. Come Nature Explorer SWAROVSKI OPTIK, uso il mio binocolo CL Companion per individuare gli animali e poi filmarli o fotografarli. La leggerezza di questo binocolo è stata un grande vantaggio durante le lunghe fasi di osservazione.
(foto: Kartiki Gonsalves)
DIETRO LE QUINTE DEL DOCUMENTARIO SULLA FAUNA SELVATICA
POTREBBE SINTETIZZARCI IL SUO DOCUMENTARIO “RAGHU IL PICCOLO ELEFANTE”?
Il documentario “Raghu il piccolo elefante” è una storia carica di emozioni incentrata sulla crescita di un cucciolo di elefante orfano e sul forte legame che si crea tra l’elefantino e la comunità umana che lo nutre e lo addestra. Il documentario analizza inoltre i modi in cui la comunità tribale ha convissuto con gli elefanti per secoli. Gli esseri umani e gli elefanti condividono molti tratti di intelligenza, forti legami sociali, umorismo, giocosità, dolore, ecc.
Il documentario naturalistico “Raghu il piccolo elefante” è uscito su Netflix l’8 dicembre2022 in dieci lingue.
(foto: Netflix, fotogramma tratto da “Raghu il piccolo elefante”)
At the end of the day, you are dealing with a wild animal that acts entirely on its own terms. To tell a true documentary, you need to be patient and just exist with the wild animal. It is very unlike a fiction film, where you can follow a certain plan. There were days when the elephant was sick, or when he just didn’t feel like doing anything and you just had to be around and film. You can never tell when something will happen. At the end, it took me five years to complete the film.
Prior to starting the filming of the documentary, I had spent over a year with Raghu. We had to remember that it was okay to be close to him when he was young, but as he grew older, we had to restrict certain behavior so as not to encourage him to act the same with other people. Elephants mean well but can be dangerous due to their sheer size. I did not face any difficulties in this regard. However, it is always good to be cautious and careful when dealing with and being around wild animals.
(photo credit: Netflix A still from 'The Elephant Whisperers')
DIETRO LE QUINTE DEL DOCUMENTARIO SULLA FAUNA SELVATICA
RAGHU È STATO BRAVO COME “ATTORE”?
Raghu è naturale. Poiché è estremamente intelligente, un paio di volte l’ho persino sorpreso a fare cose sciocche davanti alla telecamera. Quando aveva circa un anno, sembrava essere diventato un po’ geloso del fatto che guardassimo sempre attraverso la telecamera e non giocassimo con lui. Così, si avvicinava e cercava di mangiarla. All’inizio, perdevamo metà del tempo a correre di qua e di là per cercare di salvare diverse cose prima che arrivasse lui. Alla fine, ha imparato che le telecamere non sono canne da zucchero.
Raghu è stato molto paziente durante le riprese e un paio di volte si è persino offerto di trasportare i nostri pesanti zaini con le telecamere, ma abbiamo gentilmente rifiutato l’offerta. L’azienda dalla quale abbiamo noleggiato le telecamere non sarebbe stata molto contenta se avessimo danneggiato le loro apparecchiature.
(foto: Kartiki Gonsalves)
DIETRO LE QUINTE DEL DOCUMENTARIO SULLA FAUNA SELVATICA
COME POSSONO I DOCUMENTARI SULLA FAUNA SELVATICA CONTRIBUIRE ALLA CONSERVAZIONE DELLA NATURA?
La narrazione è al centro dell’esistenza umana. Le storie non solo catturano la nostra immaginazione, ma ci avvicinano anche molto di più gli uni agli altri a livello emotivo e fisico. Aumentano inoltre il nostro livello di empatia verso gli altri. Nelle mie storie mi concentro sul legame tra l’uomo e la natura. Ritengo che, presentando i fatti all’interno di storie, sia possibile attingere alle parti empatiche del nostro cervello e le informazioni possano essere elaborate in modo molto più personale. In questo modo è possibile coinvolgere maggiormente lo spettatore e risvegliare le sue emozioni. Il legame personale con il soggetto favorisce una comprensione molto più approfondita di una specifica specie e incoraggia a diventare un protettore della fauna selvatica.
(foto: Netflix, fotogramma tratto da “Raghu il piccolo elefante”)
INFORMAZIONI SU
Kartiki Gonsalves
Kartiki Gonsalves è una documentarista indiana (vincitrice di un Oscar), fotografa e Sony Artisan of Imagery. Il suo viaggio di esplorazione è incentrato sulla registrazione della diversità delle culture e delle tribù di tutto il mondo, insieme alla bellezza del mondo naturale e della biodiversità che esse condividono. È particolarmente attenta al dibattito sulle varie soluzioni e alla creazione di una maggiore consapevolezza e di un senso di responsabilità nei confronti dei problemi ambientali, presentando al contempo storie di successo a livello di conservazione che infondono speranza. La sua filosofia di conservazione è che l’empatia umana trascende la diversità e ci unisce tutti a sostegno della causa ambientale. Kartiki sta inoltre cercando di offrire una piattaforma alle donne e alle tribù indigene, in particolare a quelle che lavorano per la conservazione del pianeta. Alla fine del 2018 ha fondato Earth Spectrum, una piattaforma attraverso cui infonde la sua passione per l’avventura per promuovere nuove prospettive e una più profonda comprensione pubblica delle questioni ambientali e umanitarie.
Per ulteriori informazioni e le sue affascinanti avventure, visitateil suo account Instagram e sito web: @kartikigonsalves
kartikigonsalves.com
earthspectrum.org