Per inoltrarmi il più possibile all’interno della zona di caccia, partii dal campo con i miei due compagni alle prime luci del mattino. Il nostro obiettivo era innanzitutto portare a casa carne di caribù. Era infatti l’inizio della stagione e i nostri congelatori erano quasi vuoti. Ma con una licenza estiva per il bue muschiato in tasca, c’era sempre una piccola speranza di incontrare un gruppo di buoi muschiati, anche se ciò è raro nella zona costiera. Il giorno prima della caccia, navigammo per qualche ora attraverso i fiordi per raggiungere una grande valle circondata da ghiacciai. Avevo già cacciato una volta in questa valle ed ebbi la fortuna di sparare a qualche caribù.
Dopo aver camminato per circa un’ora, raggiungemmo un piccolo crinale da dove avevamo una buona veduta della valle e la possibilità di osservare l’intera area con i nostri binocoli. Nell’ultimo tratto prima di raggiungere il crinale, in un cespuglio di salice, trovammo ciuffi di finissima lana morbida, o qiviut in lingua groenlandese – la prova che c’erano stati buoi muschiati nella valle quell’estate. Gli escrementi freschi rivelarono che non era trascorso molto tempo. Perlustrammo attentamente i dintorni col binocolo dall’alto del crinale e avvistammo un piccolo branco di caribù a pochi chilometri di distanza nella valle. Mentre discutevamo su come avvicinarci al branco senza spaventare gli animali, una grande sagoma scura apparve improvvisamente a poche centinaia di metri davanti a noi. Non c’era dubbio che fosse un bue muschiato. Un enorme toro solitario che si faceva lentamente strada verso di noi, nutrendosi dei piccoli cespugli di salice, ignaro di essere osservato.
Il vento era a nostro favore, il sole era alto e il nostro odore era trasportato dal vento su per le montagne. Fu subito chiaro che si trattava certamente di un toro per il quale valeva la pena utilizzare la mia licenza. Lentamente ci mettemmo in posizione, preparandoci a sparare al toro non appena si fosse posizionato di traverso. Passarono alcuni minuti e il grande animale si avvicinò lentamente. Quando fu a circa 100 metri di distanza, si girò e si mise perfettamente di traverso. Posizionai il punto rosso luminoso del mirino del cannocchiale esattamente dietro la gamba anteriore dell’animale. Quando partì il colpo, il toro balzò in avanti, chiaramente ferito, ma senza sapere da cosa. Fece solo pochi passi prima di fermarsi di nuovo, e così lo colpii con un secondo proiettile. Il toro si girò alcune volte prima di accasciarsi nella bassa vegetazione. E la valle tornò ad essere silenziosa, tranne che per il rumore del fiume qualche centinaio di metri più in basso. Vedere uno di questi animali preistorici è una grande esperienza e l’opportunità di cacciarne uno è davvero un’esperienza indescrivibile.
Quando si cacciano buoi muschiati, così come in molte altre forme di caccia, c’è un’enorme quantità di lavoro da fare dopo il tiro stesso. Dopo aver ammirato il grande animale per mezz’ora, abbiamo iniziato a scuoiarlo e squartarlo. Una volta squartato e dopo aver impacchettato la carne nei sacchi da selvaggina, partii per raggiungere la barca con il primo carico pesante, mentre i miei compagni si spinsero più a fondo nella valle per cercare il branco di caribù. Dovetti fare il viaggio ben quattro volte per portare tutta la carne al campo con la barca. I miei compagni non riuscirono ad arrivare a tiro della mandria di caribù più a valle, ma ciononostante ci godemmo una meritata cena in una piacevole atmosfera rievocando gli eventi della mattinata. Mentre ero lì seduto, la mia mente iniziò a vagare e a ricordare la mia caccia invernale di due anni prima. In quell’occasione, non ebbi la possibilità di ottenere un pieno appagamento da quell’esperienza, ma una sensazione era esattamente la stessa: potevo percepire la fatica in ogni singolo muscolo del mio corpo quando mi coricai nel sacco a pelo quella notte.
BINOCOLI
Poiché si passa molto tempo a cercare i buoi muschiati nella tundra sterminata, un buon binocolo è indispensabile, preferibilmente con telemetro incorporato perché è difficile valutare le distanze in un paesaggio aperto senza alberi o altri punti di riferimento.
CANNOCCHIALE DA PUNTAMENTO
Per le condizioni che incontrerete in Groenlandia suggerisco un cannocchiale leggero come lo Z6i 2,5-15x44 P BT.
CANNOCCHIALE DA OSSERVAZIONE
È stato utile avere con me il mio leggero telescopio da osservazione ATS 65 durante la caccia, ma non è indispensabile e spesso potreste trovarne uno a disposizione nel campo.
Note sull’autore
Malte Nyholt
Malte Nyholt è un autore danese e un appassionato di outdoor. Ha sempre avuto un grande interesse per la natura e ha trascorso gran parte della sua infanzia a osservare uccelli e fauna selvatica. Ha iniziato a cacciare all’età di 16 anni ed è stato a caccia in buona parte dell’Europa del nord così come in Sud Africa e Nuova Zelanda. Ha vissuto per quattro anni in Groenlandia per seguire il suo sogno di cacciare nel nord. Malte lavora come insegnante e da oltre sei anni condivide la sua passione per l’outdoor attraverso il suo progetto Nordica Outdoors. @nordicaoutdoors.